Oscar Wilde e i delitti a lume di candela di Gyles Brandreth

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“La verità è raramente pura e quasi mai semplice”

Oggi pubblico il commento di un libro che ho scelto di leggere per un motivo molto semplice: Oscar Wilde è il mio autore preferito di sempre. Ho notato che di solito chi ama leggere ha qualche difficoltà ad indicare quale sia il suo autore preferito, io invece tutte le volte che mi è stata posta questa domanda ho sempre risposto senza esitazione. Mi sembra quasi superfluo aggiungere che di questo scrittore mi affascina anche la vita e la complessa personalità che si riflette in tutte le sue opere.

Premesso questo, quando ho notato questo libro sugli scaffali di una libreria mi ha incuriosito l’idea dell’autore di utilizzare Oscar Wilde come protagonista di un romanzo giallo e, in particolare, con il ruolo di investigatore.

Purtroppo le aspettative che avevo sono state deluse.
Tanto per cominciare, con la “scusa” della presunta ammirazione di Wilde per Conan Doyle, il suo personaggio sembra in vari punti del libro una brutta caricatura di Sherlock Holmes.

Molte delle intuizioni che il protagonista ha durante lo svolgimento della storia più che dei colpi di genio che lasciano stupefatti gli altri personaggi mi hanno dato l’idea di considerazioni buttate là senza nessuna reale giustificazione. Ogni volta che il protagonista sfoggia le sue presunte capacità deduttive, mi sono venute in mente altre cento spiegazioni logiche altrettanto plausibili.

Inoltre anche la risoluzione del mistero, attesa per più di 300 pagine, è del tutto scontata. Direi che pur non essendo un’esperta di gialli già prima della metà romanzo ero certa dell’identità del colpevole. Ho sperato nel classico “colpo di scena” che potesse cambiare le cose, ma purtroppo non c’è stato.
Oltre alle considerazioni strettamente relative alla trama un’altra cosa che mi ha infastidito è stato il gratuito e spesso inutile inserimento, qua e là, di alcuni dei più famosi aforismi di Wilde. Probabilmente l’autore voleva rendere omaggio al grande scrittore e nello stesso tempo rendere il personaggio più credibile, a parere mio non riuscendoci. Per quanto alcuni siano davvero bellissimi non è immaginabile una persona che nella realtà esprima il suo pensiero in aforismi!

Nonostante la premessa che troviamo nelle prime pagine del libro, in cui l’autore ci conferma di essere l’unico “biografo” ufficiale incaricato dallo stesso Wilde di ricordare la sua vita, secondo me il personaggio di Oscar Wilde non ha nulla dell’Oscar Wilde scrittore.

Unica nota positiva le bellissime descrizioni di Londra nell’epoca Vittoriana, una città che riusciamo quasi a vedere, piena di fascino, ma anche di miserie umane.

La lettura in alcuni punti è abbastanza scorrevole, in altri l’ho trovata anche pesante, tanto da aver voglia di abbandonarla.

In fin dei conti non è un libro che mi sento di consigliare.

1 thoughts on “Oscar Wilde e i delitti a lume di candela di Gyles Brandreth

  1. Anche se non hai consigliato la lettura di questo libro, le osservazioni che hai fatto e la passione che traspare dall’amore che hai per i libri, mi hanno incuriosito…lo leggerò e ti farò sapere che ne penso!

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